martedì 7 ottobre 2014

Il bello dell'Autunno #2

Ieri abbiamo iniziato la nostra “Ode all’Autunno” dedicandoci esclusivamente alla triade di Shonda. Oggi, invece, daremo una rapida occhiata alle altre serie tv amate dal gufetto che sono (ri)iniziate giusto in tempo per allietarci in questo cambio di stagione e delle quali parleremo fino a che primavera, o ascoltitroppobassi, non ci separi.



(4x01 "A Tale of Two Sisters"; 4x02 "White Out"): attesissimo il ritorno di C’era una volta e non perchè l’ultima stagione fosse stata questo capolavoro, anzi! Altamente deluso nelle sue minime aspettative, il nostro spettatore era pronto a prendere una drastica decisione: smettere di vedere uno dei suoi telefilm preferiti. Ecco, tuttavia, che proprio alla fine dell’ultima puntata quei geniacci di produttori decidono di sfamarlo con quel che basta per assicurarsi almeno la visione di un’altra stagione. Dopo tutto quel verde portato nella serie direttamente dal regno di Oz dalla Malvagia strega dell’Ovest, un celeste ghiaccio invade, per i secondi finali della puntata, lo schermo: lo spettatore finalmente rileva un battito di emozione e capisce che la nuova fiaba che invaderà Storybrooke sarà Frozen. Esatto, non l’ennesima favola dei fratelli Grimm o di Christian Andersen (tutte categoricamente passate dalla mediazione del signor Disney, badate bene!), ma una storia entrata nelle nostre vite solo pochi anni fa. Nonostante Elsa e Anna non facciano parte del nostro background infantile, la scelta sembra essere giustissima e i primi due episodi della quarta stagione scorrono (finalmente!) in modo piacevole. Sembra tutto rose e ghiaccioli, eppure qualche stridore di unghie sulla lavagna si avverte. Dopo che Rumplebuono accontenta Belle e la porta a fare il viaggio di nozze della durata di 13 ore a circa 17 km da casa, arriva subito Rumplecattivo che trova nientepopodimenoche il cappello dell’Apprendista Stregone di Fantasia. Seriamente, ditecelo… ma quanto vi paga la Disney? Sempre in tema sponsor celebri, durante la loro luna di miele Rumple e Belle ballano sulla note di tisorpenderàcomeilsoleadest dentro una biblioteca casalinga enorme con degli outfits che tutti noi disneyani doc conosciamo fin troppo bene. Suvvia, state esagerando.
Altra nota stonata di questo piacevole inizio di stagione è la povera Evil Queen. Prima è cattiva, poi è buona. Torna cattiva dopo 10 minuti, poi si pente ed eccola ancora buona. Poi Emma parla e zacchete, cattiva. Poi Harry sorride ed è tutta occhioni e bontà. Si scheggia un’unghia e maledice tutti. Insomma, le opzioni sono due: o facciamo una petizione “Salviamo Regina dalle grinfie dei produttori“ oppure le paghiamo il Grillo Parlante per sistemare il suo bipolarismo. Fatto sta che Emma riporta indietro dal passato la primamortaoranonpiùmorta Lady Marian e Robin, a causa dei suoi rimorsi di coscienza, torna con la coda (da volpe) tra le gambe dalla moglie. E Regina non ci vede più. Prende il suo portachiavi, più grande di quello di San Pietro, va al manicomio e libera lo specchio delle sue brame: cattiva di nuovo. Infatti, appena esce fuori un nuovo mostro di ghiaccio tutti subito a dare la colpa a lei, povera.
Ora, vogliamo parlare di Hook e Emma? No, non parliamone, altrimenti finirei con una serie di improperi contro la savior. È proprio vero, chi ha il pane non ha i denti. Ed evidentemente non ha neanche un guardaroba, dal momento che sono più o meno quattro stagioni che indossa lo stesso paio di jeans, gli stessi stivali, la stessa maglia della salute e lo stesso giubbino di pelle. Indubbiamente è stata orfana troppo a lungo per capire che i genitori servono anche per dare le paghette.
Terminiamo con i lati negativi parlando della coppia più fastidiosa del piccolo schermo, che guarda caso è anche una coppia nella realtà. Ovviamente sto parlando di Biancaneve e del Principe Azzurro. Anche solo il pensare a loro mi fa spuntare contemporaneamente una carie e un’ulcera perforante, che piacere!
In ogni caso, Mary Margaret ha partorito, anche se non sembrerebbe e David ci ha fatto davvero, davvero, davvero tanto apprezzare i parrucchieri da uomo. Davvero tanto.
(Ma soprattutto, in tutto questo, chi caspita è Bo Peep? La pastorella fidanzata di Woody di Toy Story! Cioè, seriamente. Disney datti un contegno.)
Tra questi spiacevoli teatrini, tuttavia, assistiamo ai bellissimi flashback, prima ad Arendelle e poi nella Foresta Incantata, dove la storia di Anna ed Elsa ci coinvolge fin da subito, facendoci aspettare il momento in cui uscirà fuori Violetta ad urlare "Let it gooooooo". (No, non è vero, Violetta no, per favore.)
E il momento più bello in assoluto è al termine della seconda puntata quando vediamo la gelataia di Storybrooke che, nonostante il blackout (prontamente salvato dall’ora della poppata di Neal), è riuscita a salvare tutti i suoi gelati, e non grazie all’ottima autonomia della sua cella frigorifera. Okay, lo ammetto, il momento di per sé non è tra i più emozionanti, è solo bello per noi orfani di Lost ritrovare in ogni stagione un nuovo naufrago che approda a Once upon a time (anche se attendo con ansia l’arrivo di Sawyer).

E il verdetto del gufetto è: i messaggi subliminali della Disney non ci rovineranno questa promettente stagione, solo Violetta potrebbe. Quindi, per favore, non chiamatela.

8/10


(4x01 "The last Wedding"; 4x02 "Dice"; 4x03 "Julie Beckman's Older Sister"): e fra le prime ad essere ritornata questo autunno c’è proprio Jess che, al momento attuale, potrebbe benissimo diventare la protagonista di una sitcom infinita. La scorsa stagione avevamo intravisto la svolta, con la (forse prematura) decisione di far entrare in una relazione sentimentale Jess e Nick: insomma esattamente quello che noi tutti sapevamo sarebbe successo. Tuttavia, eclatante passo indietro, nella storia e nella maturità della serie, i due si lasciano e, cosa ancora peggiore, tutti (sceneggiatori compresi) fanno finta che la cosa non sia mai successa. Non ci resta che aspettare, sperando che il colpo di scena sia imminente, perché tra le spugne di Schmidt, i cocktail improbabili di Cece e il distintivo di Winston il muro tra una sitcom divertente e Beautiful è davvero sottile.

E il verdetto del gufetto è: continuate così e Ronn Moss chiederà di unirsi al cast; no, mettete giù quei telefoni, non sarebbe positivo per lo show.

5/10


(1X01 “Pilot”): ed eccola la nuovissima serie che vi mostra Kate Walsh come non l’avreste mai immaginata. Troppo presto per fare giudizi, possiamo tuttavia fare un paio di considerazioni dopo aver visto  il pilot.
La prima è: alcol. La seconda è: ho odiato Addison con tutto il cuore e terminato Private Practice per inerzia; questo non potrà mai essere peggiore. La terza è: ma è possibile che la Walsh stia bene con qualunque cosa e con qualunque improbabile frangia?! La quarta: il biondino (già visto in 2 Broke Girls, btw.) rende il tutto più interessante.

E il verdetto del gufetto è: direi che le considerazioni fanno ben sperare, però, per favore, comprate una utilitaria alla Walsh, quel furgoncino hippy non si può vedere!

7/10


(1X01 “Pilot”): lei si è appena trasferita a New York. Lui è obbligato dalla moglie di un suo amico ad uscire con lei. Pessima idea. Lui dopo 3 giorni, 5 chiacchierate con la sorella, 7 minacce dalla sopra citata moglie dell’amico, si pente e ci riprova. Ari pessima idea. Lui, stavolta senza nessuna spinta esterna, si ripente e ci ririprova. Stavolta va bene.
Okay, la trama non ha nulla di esaltante, ma io devo ancora digerire la fine di How I met Your Mother (piango. Sto realmente piangendo.) e questa serie ha lo scenario giusto per noi amanti del New Jersey.
Se non avete trovato nulla di sbagliato nella frase precedente, non siete degni di Manhattan (love story).

E il verdetto del gufetto è: la storia mi è parsa un po’ moscia, lo skyline l’ha risollevata subito.

6/10


(1X01 “Pilot”): lei è una ex viaggiatrice nel tempo che ha preso come modello Lindsay Lohan in Mean Girls  e che non riesce a non farsi selfie e a non pubblicare costanti aggiornamenti della sua vita sui social. Lui è un asiatico bruttino asocial. Chissà come mai. Lei, dopo aver vomitato anche l’anima, si rende conto che ha tanti followers, ma nessun amico in carne ed ossa. Lui le punta un dito contro e inizia a sghignazzare. Poi si pente e le offre di entrare nel suo gruppo di auto aiuto, gli Asocial Anonimi. Vedremo quanti gettoni riusciranno a conquistare insieme!

E il verdetto del gufetto è: è la serie giusta per chi ha bisogno di qualcosa di non impegnativo. Ma per niente impegnativo, eh! Però è piacevole con i suoi stereotipi portati all’eccesso.

6/10

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